Riuscito elemento riordinatore dell’assetto urbano, lasciato però allo stato grezzo per mancanza di fondi e/o di spunti degni, la rotonda di Piazza Castello merita di meglio, per trovare quell’animazione da molti auspicata, che l’inserimento d’un campo da pallacanestro, d’un viale per il gioco delle bocce o d’una scacchiera gigante (per dire: chi ha mai più approfittato, dopo i comunque mitigati entusiasmi iniziali, di quella realizzata alcuni decenni or sono sotto i platani di Largo Zorzi?). Espedienti forse validi per vivacizzare una periferia, ma non il nobile centro (grazie al soprastante complesso di San Francesco, al maniero visconteo, a Casorella e ora anche al Palacinema) di un agglomerato di 60’000 abitanti.
Nell’attesa di un colpo di genio, e senza gettare soldi dalla finestra per una sistemazione provvisoria che rischia di diventare definitiva, si propone qui, tanto per cominciare con contenuta spesa l’opera di abbellimento, di rendere doveroso omaggio alle località gemellate (il cui elenco, inspiegabilmente, non figura più da tempo all’ingresso della città) dedicando loro, a mo’ di totem, l’alto lampione che troneggia nell’ora squallida spianata. Dieci frecce indicatrici per segnalare in che direzione e a che distanza si trovano Bruges, Nizza, Norimberga, Venezia, Montecatini, Karlovy Vary, Lompoc, Urbino, Vevey e Gagra. Poche migliaia di franchi e l’obbiettivo sarebbe raggiunto.
Volendo poi essere un poco più ambiziosi, ecco riaffacciarsi l’idea di una fontana. Idea a più riprese accarezzata, anche in anni lontanissimi, per Piazza Grande e mai (fortunatamente?) concretizzata. L’area centrale del catino, quella attualmente ricoperta di miserrimo ghiaietto, si presterebbe magnificamente, previa consona pavimentazione, per un gioco di spruzzi e getti d’acqua a scomparsa, sul modello di quanto fatto in Piazza Federale a Berna e di quanto programmato per Piazzale Torre, nella confinante Ascona. Un arredo dal sicuro fascino e con il vantaggio di non compromettere altri usi dell’ampio, e perciò prezioso, spazio disponibile. Se poi a terra fosse posato del materiale pregiato, ulteriormente valorizzato da inserti di vario genere, forma e colore, ecco che l’attrattività dell’intera struttura “galfettiana” sarebbe garantita.

 

(clic sull’immagine per ingrandire)

 

(clic sull’immagine per ingrandire)

Written by zampatedipardo

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *