Prendendo spunto dalla planimetria riguardante l’adeguamento di un certo numero di fermate del trasporto pubblico, apparsa nel sito della città il 6.IX.2021, planimetria che -detto per inciso- abbonda di dimenticanze (manca, per esempio, il tracciato della linea 314, che pure svolge un ruolo di servizio urbano capillare tra la stazione delle FFS e Solduno) e imprecisioni varie (non poche sono le ubicazioni delle strutture interessate dagli interventi annunciati indicate in modo approssimativo), torniamo a insistere sul rispetto dei nomi di luogo e dei confini comunali (vedasi gli articoli del 22.V.2017 e del 31.V.2017).
Per quanto riguarda il succitato quartiere di Solduno, che ostinatamente e anacronisticamente si vuol continuare a considerare come un’entità a sé stante, malgrado siano trascorsi poco meno di 100 anni dalla fusione, si ribadisce qui che i suoi limiti vanno dal Passetto, condiviso con il rione di Campagna, ai primi contrafforti valmaggesi e pedemontani. E’ perciò non solo sbagliato, ma antistorico far precedere dal nome dell’ex comune ben tre (sei) delle quattro (otto) fermate di Via Alberto Franzoni quando, al massimo, sul suo territorio ne è situata una e mezzo (tre, ovvero “Stazione” e “Passetto”, quest’ultima solo in direzione “Ponte Maggia”). Per restare alla Via Franzoni, altro motivo di scontento e l’appellativo “Selva”, inspiegabilmente orbato della preposizione “In” che figura su tutte le mappe ufficiali e che dà il nome alla via che taglia perpendicolarmente l’asse principale.
Esaminando poi le designazioni affibbiate alle fermate del Quartier Nuovo e dei Saleggi, alcune risultano ridicole e servili, come quella che pubblicizza un supermercato (tra l’altro con più sedi nell’agglomerato, tre delle quali nella stessa Locarno; pagano per il servizio?), altre possono dare adito a confusione (“Bivio Via Nessi”, quando le strade dedicate a illustri esponenti di quel casato, con i relativi “bivi”, son ben più d’una, almeno quattro includendo Muralto!), altre ancora (“Scuola media”, che poi non è nemmeno l’unica in città), sono di una banalità sconcertante. I toponimi, anche originali (sempre meglio di “Migros”, in ogni caso), non mancano di certo nell’area considerata (Boscaccio, Peschiera…; riportarli in auge in qualche modo sarebbe operazione meritevole, così come sarebbe meritevole ricordare attività industriali scomparse con l’avanzare dell’urbanizzazione sul delta), come non mancano edifici significativi e attrattori di traffico (Pretorio, Palacinema, Biblioteca cantonale e, si spera presto, Museo di storia naturale). E allora perché tanta insulsaggine nel scegliere il nome delle fermate? Non sarebbe il caso di affidare l’incarico a qualche esperto, a una delle molte commissioni?
Chiudiamo il discorso fermate valicando la Maggia. Una delle ultime realizzate, laddove fino un anno e mezzo fa sboccava la corsia ciclopedonale del nuovo ponte, è stata attribuita ad Ascona, quando chiaramente, stando alla cartografia cantonale e nazionale, è in territorio locarnese. Per quale ragione non si può dare a Cesare quel che è di Cesare? Perché ripetere quanto già si fa sul Piano, dove la vox populi (che non è vox Dei!) assegna ad altri comuni stazione (Riazzino), aeroporto, stabilimenti industriali, supermercati (Coop e Migros), campi sportivi, pista di go-kart e perfino il rifugio della protezione degli animali. E non si faccia qui l’esempio degli impianti ferroviari situati Oltreramogna, esempio mal scelto poiché quella in questione è, a pieno titolo, la stazione principale di Locarno (a Muralto), che le costrizioni imposte dall’orografia e dall’allora già denso tessuto urbano hanno impedito d’edificare qualche metro più in qua.
Le ultime due osservazioni, sempre bene o male in tema, concernono la collina e la montagna. Ci preme sottolineare che non di “Locarno Monti”, denominazione di derivazione… meteorologica che malauguratamente perfino l’amministrazione tende sempre più spesso a mutuare, ma di Monti della (Santissima) Trinità bisognerebbe parlare da un canto e di (Monte) Brè dall’altro, tralasciando l’insensato “Sopra Locarno”, non essendo la località “sopra” Locarno, bensì sua frazione e quindi Locarno essa stessa, a meno che non si voglia ridurre la nostra città alla Piazza Grande e poco più. Riassumendo, Locarno è anche Ponte Brolla (in parte), lo stadiolo di Ascona, metà del Castello del Sole, Solduno, Brè, Cardada e Cimetta (in parte) e una gran fetta del territorio che, scendendo da Cugnasco e Cadenazzo, costeggia il fiume Ticino, sull’una e sull’altra sponda. Averne finalmente coscienza, ci farebbe probabilmente compiere un passettino verso l’ancora troppo ambiziosa meta dell’osteggiata aggregazione.